mercoledì 18 aprile 2007

mr. Bean's holiday


Come nella precedente avventura cinematografica, senza contare però la parentesi di “Johnny English”, l’umorismo del personaggio di Rowan Atkinson perde il suo carattere di satira sociale tipicamente britannico, per seguire il classico schema caricaturale del turista imbranato, beffandosi del concetto stesso di villeggiatura come meta meramente marittima, e facendo il verso a quel tipo di viaggiatore che, incantato da immagini da cartolina dei luoghi di vacanza, non ha altro obbiettivo che quello di tuffarsi nel mare di sabbia delle spiagge assolate. Ed è così che il povero Mr Bean, che vorrebbe solo poter godere di quella striscia di sabbia tanto agognata, si trova suo malgrado ad affrontare ogni tipo di ostacolo possibile sul suo cammino, finendo persino al festival del cinema di Cannes.Con una struttura da tipico road movie, il film di Steve Bendelack sfrutta nel migliore dei modi la bravura del comico Rowan Atkinson, che alla mimica dei grandi comici del muto accosta la parodia del tipico aplomb britannico, per dare vita ad una pellicola fortemente citazionistica, con rimandi a diversi classici della comicità. A tratti bonaria satira di costume, con una simpatica presa in giro finale dell’intellettualismo autoriale fine a sé stesso, e della critica francese tout-court (bravo Willem Dafoe nei panni di un regista narcisista e autocompiaciuto dei suoi deliri pseudoautoriali, ed esilarante la proiezione del film “Playback time”), oppure semplice collage di sfighe da viaggio fantozziane, o ancora esaltazione della fenomenale mimica fisica del comico inglese, il film diverte in tutte le sue forme, e, a differenza di altre produzioni dalle ben più elevate intenzioni, vedasi “Borat”, non fa affatto pesare la struttura episodica della trama, grazie ad un ottimo ritmo e all’assenza di pause e tempi morti. Non manca qualche gag meno riuscita e un po’ scontata nella prima parte, ma alla fine il divertimento prevale su tutto e permette di dimenticare la natura velleitaria dell’operazione.Certo non è un tipo di cinema da esaltare, ma è sempre più raro vedere un film che mantiene tutto quello che promette, cioè passare un’ora e mezza di divertimento innocente e spensierato, e sottolineiamo, senza volgarità o beceri luoghi comuni, e uscire dalla sala con un sorriso. Che poi il giorno dopo la visione si fatichi a ricordarlo, fatta eccezione per un paio di gag fenomenali che, non credo di esagerare, sono da antologia del genere, non importerà a nessuno. Una perfetta family-comedy, in grado di accontentare tutti.

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