venerdì 20 aprile 2007

Bublè torna: "Sono spaventato"




Nonostante 11 milioni di copie e due nomination ai Grammy, Michael Bublè pubblica il terzo disco "Call me irresponsible" (in uscita il 27 aprile) e si dice: "Spaventato perché sapevo che doveva essere migliore rispetto ai primi due, che doveva dimostrare una crescita". Nella tracklist canzoni di Leonard Cohen, Eric Clapton e due brani originali scritti da Bublè, tra cui il singolo d'esordio "Everything". Sei date live in Italia ad ottobre.
Il disco è stato definito da Michael “la mia osservazione sullo stato dell’amore. Per me, quello che c’è di diverso in questo album - continua - è che ha un’emozione molto naturale, visto che ho registrato molte delle canzoni dal vivo in studio”. Il primo brano dell’album è “The Best Is Yet To Come” (resa famosa da Sinistra, Ella Fitzgerald e altri). Poi c’è “It Had Better Be Tonight” dal ritmo salsa, scritta da Johnny Mercer e Henry Mancini, che Bublè definisce “un’ altra canzone davvero sexy… e tagliente”. Da qui, si passa a “Me and Mrs. Jones” il classico di Gamble & Huff del 1972, reso popolare dal cantante soul Billy Paul. “David (Foster) me l’ ha portata, veramente non l’ avevo mai sentita prima - racconta Bublè -. Volevamo che fosse autentica e raccontasse una storia”.
Si passa poi a “I’m Your Man” di Leonard Cohen, contenuta nell’album omonimo del 1988 del cantautore canadese. “Ho sempre pensato che fosse una canzone splendida – disperata, sexy e dark -dice Bublè -. Ho chiamato Leonard e gli ho spiegato che avevo paura ad eseguirla dal vivo. Quando mi ha chiesto perché, gli ho detto che aveva scritto una canzone troppo sexy, avevo paura che ai concerti gli uomini si sarebbero tolti le mutande per tirarmele sul palco. Si è messo a ridere e mi ha detto Non mi preoccuperei troppo fossi in te". C’è poi la versione swing e moderna della hit pop del 1962 di Mel Tormè “Comin’ Home Baby”, dove sono presenti anche le voci dei Boys II Men; e una ballata sentimentale “Lost”, scritta da Bublè insieme a Chang e alla cantautrice canadese Jann Arden. “E’ un inno per gli amori nati sotto una cattiva stella - dice lui -. A volte le relazioni non funzionano perchè l’ amore da solo non è abbastanza, ma questo non significa che devi abbandonare una persona. C’è modo di chiudere una storia ed essere ancora lì quando l’ altro ha bisogno. Ed è questo di cui parla la canzone".
Segue la ballata di Eric Clapton “Wonderful Tonight”, dove Bublè duetta con il cantautore brasiliano Ivan Lins, i cui brani sono stati utilizzati da numerosi artisti, da Sarah Vaughn ad Ella Fitzgerald. “E’ una canzone che mi rende sempre molto sentimentale- dice Bublè -. Quello che è interessante notare di questo brano è che ci siamo io, un ragazzo canadese di 31 anni, che canta una canzone che per me significa moltissimo e un uomo brasiliano di 61 anni, che canta nella sua lingua natia, ma il significato del brano è esattamente lo stesso per tutti e due”.

Altro brano da segnalare è l’inedito “Everything”, scritto da Bublé con Amy Foster-Gillies e Alan Chang (già collaboratore nella ballata “Home” dell’album precedente) e prodotto dal canadese Bob Rock (Bon Jovi, Metallica, Mötley Crüe, Bryan Adams). “Ho scritto questa canzone sulla grande gioia che genera il vero amore, ma allo stesso tempo si riferisce anche al mondo intero - dice Bublé -. Stiamo vivendo tempi difficili ma, qualunque cosa possa succedere intorno a noi, ciò che dà un senso a tutto è il vero amore”.
"Call me irresponsible" è inoltre arricchito da “That’s life” di Frank Sinatra che, nella versione di Bublé, si carica di energia grazie all’aggiunta di un intero coro. “Ho portato la canzone ad una persona speciale, Mervyn Warren, del gruppo corale dei TAKE 6 e gli ho detto – Vorrei farla come un brano gospel, come fosse fatta in chiesa – E lui ha invitato questo coro e mi è piaciuta subito. E’ uno dei miei brani preferiti dell’album”.
NUMERI DA RECORDIl suo album di debutto, “Michael Bublé”, è stato un grande successo, piazzandosi nella Top Ten di Inghilterra e Canada mentre in Italia si è aggiudicato 4 dischi di platino e ha raggiunto la posizione numero 2 della chart. Con lo stesso album ha vinto il suo primo Juno Award come Best New Talent, nel 2004. Il successivo, “It’s time”, ha venduto oltre 5 milioni e mezzo di album e in Italia ha bissato il successo del precedente, superando le 400.000 copie e piazzandosi direttamente al numero 1. In America è rimasto al numero numero 1 della Billboard Traditional Jazz chart per più di 80 settimane e in classifica per 2 anni, battendo ogni record precedente.
CALL ME IRRESPONSIBLE TOUR 200720 ottobre PalaOnda – Bolzano21 ottobre Fiera - Padova22 ottobre Palabam – Mantova24 ottobre PalaLottomatica Roma26 ottobre DatchForum – Assago Milano27 ottobre MandelaForum – Firenze

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Grey's anatomy si riconferma il telefillm più seguito in Usa




  • Grey's Anatomy è la serie televisiva che al suo debutto sugli schermi della Abc ha ottenuto grandi consensi di pubblico e di critica stimolando nello stesso tempo animati confronti a distanza tra gli appassionati dei due generi, 'medical' e 'comedy', sapientemente mescolati dagli autori nello sviluppo del 'concept'.
    Protagonisti principali cinque giovani medici in carriera, tre donne e due uomini, tirocinanti nel reparto chirurgia del Grace Hospital di Seattle, raccontati nelle loro ambizioni professionali e aspirazioni private, in un intreccio che mescola pratiche di trapianto, diagnosi cliniche, trasgressioni sessuali e sentimentali e problemi familiari. Un ruolo principale è quello giocato dalle tre ragazze cui non fa difetto la tenacia sia nell'inseguire insignificanti storie di sesso che più importanti obiettivi professionali: Meredith, (Ellen Pompeo), dolce e ostinata, che colleziona storie di una notte e custodisce un penoso problema familiare; Isobel 'Izzie' Stevens (Katherine Heigl), ragazza di provincia con un passato di modella di biancheria intima e un problema presente di autostima; e Cristina (Sandra Oh), ambiziosa oltre ogni limite.
    Accanto a loro, George O'Malley (T.R. Knight), insicuro e impacciato, e Alex Karev (Justin Chambers), spavaldo e sensuale che nasconde dietro la sua arroganza il disagio della sua umile estrazione sociale.

questo è il nuovo fenomeno tv, su italia una ogni venerdì la terza stagione, mentre in contemporanea con gli usa su fox (sky)troviamo la 4 aedizione...

giovedì 19 aprile 2007

Grande Fratello, trionfa Milo

Al concorrente romano 500mila euro

Ore 21 55. Arriva il primo verdetto. "Il pubblico ha deciso che il primo concorrente a dover abbandonare la Casa del Grande Fratello è Andrea", annuncia Alessia Marcuzzi. La serata è cominciata in modo scoppiettante con la conduttrice stretta in un abito scollato che ha lasciato intravedere un seno. Sorprese da Tiziano Ferro e Claudio Amendola. Seconda eliminata Guenda. Ultima sfida fra Ale e Milo. E' il secondo a spuntarla. Vince 500mila euro.
"Ho esagerato un po' con la scollatura", scherza simpaticamente ad apertura di programma la conduttrice Alessia Marcuzzi con addosso un vestito bianco a stampe floreali che svela un seno. "Sarà una finale piena di sorprese", annuncia e si collega subito con Tiziano Ferro, fra gli ospiti della serata. "Io voto per tutti loro, stasera si ricongiungeranno Melita e Alessandro, spero diventino una coppia stabile Milo e Guendalina, io tifo per l'amore. E poi c'è Francesca che aspetta il suo Andrea".
In confessionale appare Claudio Amendola che finge di dormire. "Ho avuto un incubo, la Roma perdeva con il Manchester". Sempre in collegamento con Alessia c'è anche Elisabetta Canalis: saluta il pubblico su una pedana che sovrasta la Casa e gode di una vista privilegiata su Roma. I ragazzi hanno superato quindici nomination. "Tutti e quattro siete i vincitori morali", dice Alessia.Poi arriva Tiziano Ferro che passa attraverso la porta "rosso relativo", come gli ricorda l'inviato Liorni. Baci e abbracci con gli inquilini. "Che figata questa casa qua", sospira il cantante che consegna un pacco ai ragazzi. Dentro c'è una lettera per Guenda scritta dalla sorella, una per Andrea vergata a mano dai nonni, alcune righe da parte del nonno per Alessandro e un biglietto scritto dalla mamma per Milo.

Ore 21:55. Arriva il primo verdetto. "Il pubblico ha deciso che il primo concorrente a dover abbandonare la Casa del Grande Fratello è Andrea", annuncia Alessia Marcuzzi. Nella stanza degli orrori si nasconde Elisabetta Canalis, munita di auricolare per avere alcune dritte. Il concorrente toscano raggiunge la stanza e viene incatenato dai suoi compagni. Si materializza una donna incappucciata. "Slegami un po'", dice subito lui appena riconosce Elisabetta. Lei detta le sue regole. Lo stuzzica con una piuma gigante, lo cosparge di un unguento azzurro e poi gli fa indossare degli occhialini scuri per prepararlo a un bacio. In realtà arriva Francesca. E gli rifila un ceffone. Lo accusa. "Te ne vai con la prima che capita". Andrea esce e riabbraccia il padre Lionello sciogliendosi in lacrime.
"Milo, non si capisce la tua storia con Guenda. E' una storia o no? Forse dovresti fare un corso da seduttore. C'è un'altra persona che la pensa come me", dice la Marcuzzi e arriva Claudio Amendola. "Ale, hai stabilito un record, hai fatto una doppietta. Hai infranto due cuori", dice l'attore. "Anche tu, Milo, ma un due de picche", scherza. "Focalizziamo un punto in cui sei carente: la camminata", dice. Da qui una serie di gag fra romani. Claudio taglia una ciocca di capelli a Milo come souvenir da portare a una fan.

Guendalina, dentro il cubo della memoria (circondata da tre megaplasma), si gode il videomessaggio del padre. Poi Amendola sottopone Guenda a un test di romanità. Promossa a pieni voti. Ore 23:20, secondo verdetto. "Il secondo concorrente che deve abbandonare definitivamente la Casa è Guendalina". Fuori ad attenderla è la mamma, sulla pedana rossa. A proposito di mamme: una parentesi canora vede protagoniste le madri dei due finalisti che intonano: Roma non fa la stupida stasera. Guenda in studio giustifica la sua attitudine a fare la seduttrice con i ragazzi: "Non c'era niente da fare". Poi stila la sua classifica dei più sexy: Michele, Ragno...
Intanto i due finalisti attendono il responso in discarica. Ore 23:58, Alessia chiude ufficialmente il televoto. Il responso finale decreta Milo vincitore del Grande Fratello7

La famiglia che è diventato lo specchio dell'america


Portarono una copia del Times a Matt Groening. Pagina 32, in basso a sinistra. Qual è il più grande americano? L’aveva chiesto la Bbc agli inglesi: primo Homer, davanti ad Abramo Lincoln, Bob Dylan e Franklin Delano Roosevelt. L’America vista dall’Europa aveva la testa calva, la pancia pronunciata, il cervello di un mediocre.
Groening aveva vinto: i Simpson gli erano venuti in mente di notte, in una delle notti in cui disegnava dopo aver finito il turno di autista. Scarrozzava un regista di «B movie» per le strade di Hollywood, poi staccava e andava a casa a pensare: l’America, il cinismo, le risate, la politica, i buoni e i cattivi a fasi alterne, la provincia. Springfield nacque così: nome non casuale, come tutto in questa storia. Negli Stati Uniti ci sono 151 città con quel nome, allora Springfield è l’America. I nomi, poi: Homer scelto perché così si chiamava il padre di Groening; Marge in onore della moglie Margaret; Bart, Lisa e Maggie, figli animati ma pure reali. L’uomo che ha creato i Simpson c’ha messo la sua vita dentro e l’ha deformata: il mondo che è venuto fuori è diventato lo specchio di un’America precisa. Le casette basse, il quartiere borghese con il garage che si apre dal basso verso l’alto, con il vicino impiccione, con il divano che prende le forme dei sederi che lo occupano, con il televisore che se non funziona accende i drammi familiari. E qui uno la legge come gli pare: i Simpson piacciono agli anti-americani perché permettono di pensare che lì, nella provincia profonda, nelle 151 Springfield, siano tutti piccoli Homer con la pancia piena di Duff e il cervello rincoglionito dalla tv via cavo. Piacciono a chi l’America la ama, perché sono la dimostrazione di un paese che sa prendersi in giro. «Penso ai Simpson come persone reali».
Vent’anni fa erano un ritratto: «Volevo che il set fosse il più convenzionale e conservatore possibile. Tutte le famiglie vanno in chiesa, pregano, il padre lavora e la moglie sta a casa». Allora Marge sta lì, mediamente depressa, ma sempre più vincente. Perché lì a Springfield vincono sempre le donne: Homer viene salvato dalla moglie ogni volta, Lisa litiga con Bart, ma gli dà sempre una mano. Ecco Lisa, la figlia intelligente che poi è la pillola di american dream che Groening ha infilato nella sua serie: in una famiglia difficile, senza l’esempio dei genitori, con un padre che adora il cibo e poco altro, con una madre che deve pensare più al marito che ai figli, con un fratello impertinente, lei ha il quoziente intellettivo più alto della città. Lisa è quella ce la farà, un giorno. Ce la farà con il suo sassofono malinconico e con la sua voce mediamente insopportabile. È la vita che entra nel cartoon, questa. Che i Simpson ribaltano il concetto: gli altri cartoni raccontano il mondo perfetto, loro descrivono l’esistenza ai limiti. Per questo l’America vera entra sempre in quella finta. È il pretesto: c’è il personaggio reale trasformato in Simpson. Per i viali di Springfield prima o poi passeggiano tutti: i Clinton, Fidel Castro, Giovanni Paolo II. Deformi anche loro, come i modi di vivere raccontati nelle puntate, come i vizi e le manie ambientaliste distrutte dalla cattiveria di Mister Burns e della sua centrale nucleare che ingolfa la vita della città.
«Con i Simpson non si fa politica, la si demitizza. Io sono di sinistra, ma tra gli sceneggiatori ci sono anche due maniaci repubblicani». La politica però è lo sfondo, forse l’anima: c’è in ogni puntata. C’è perché Matt aveva un sogno prima di diventare disegnatore ed era quello di diventare un politico: aveva fondato un «partito» e aveva anche vinto le elezioni scolastiche; c’è perché il ritratto di una certa America è già un messaggio politico; c’è per quello che c’è dietro, cioè i soldi di Rupert Murdoch, il padrone di Fox che manda in onda la serie negli Stati Uniti. C’è perché ogni volta che Homer dice una sciocchezza, può farlo perché è una persona libera. Anche di essere sbagliato.

Mosca, 50 anni di moda italiana


Dalla Dolce Vita “vestita” dalle Fontana all’essenzialità di Armani.



MOSCA - Spazio allo Stile Italiano nel centro più sfavillante di Mosca. Inizia a maggio la mostra “50 anni di Moda italiana” presso il Petrovsky passage, nell’ambito del festival culturale “Chereshnevy Les”. Un percorso attraverso la qualità e il sogno evocato dal Made in Italy con capi unici indossati da personaggi evocativi come Maria Callas, Jacqueline Kennedy, Farah Diba, Ava Gardner. Il tocco italiano è comunque sempre lo stesso. A partire dalla Dolce Vita “vestita” dalle Sorelle Fontana nei film di Fellini. All’inimitabile essenzialità di Giorgio Armani, che si materializza - a due passi dal Cremlino - in uno smoking “Regimental” indossato dalla top model Claudia Schiffer (1991). La moda italiana è anche attenzione estrema per l’accessorio, rappresentata da Salvatore Ferragamo con un paio di scarpe gialle, già calzate dall’attrice Audrey Hepburn. E ancora le creazioni firmate da Luciano Soprani per le scene girate in “Orchidea selvaggia” da Jacqueline Bisset a quelle di Trussardi che porta la lavorazione della pelle di coccodrillo sino all’alta sartoria. Senza ovviamente dimenticare lo stile Versace: abito corto di seta con cristalli Swarovski, disegnato per il corpo perfetto di Naomi Campbell (1998/99). Ma in mostra nella città della Piazza Rossa non poteva mancare il rosso Valentino: vestito da sera in seta; l’attrice, modella e produttrice Elizabeth Harley lo indossò a una festa di beneficenza organizzata da Estee Laudrès (1998-Londra). La mostra è in programma per il maggio 2007; è organizzata da Bosco di Ciliegi con il sostegno del Ministero degli Esteri italiano, dell’Ambasciata italiana in Russia, della Camera Nazionale della Moda e dell’Istituto italiano di cultura.

Il piccolo mago Harry Potter vince la serata degli ascolti


Harry Potter vince la serata, ma è una vittoria molto risicata. Il piccolo mago in onda su Rai Uno intrattiene 4,3 milioni di spettatori, ma le ragazze e i contadini del reality di Canale 5 Uno due tre… stalla sono subito dietro con 4,2 milioni di sostenitori. Il 39,4% dei bambini tra gli otto e i quattordici anni presenti davanti alla tv in prima serata hanno preferito Harry Potter, ma dopo i 15 anni la preferenza va a Un, due tre stalla, con una quota d'ascolto del 29,8 per cento, contro il 23,5% del reality.Buono il risultato di Italia 1 dove gli investigatori scientifici di C.S.I. affascinano 3,2 milioni di persone e portano la cadetta del gruppo Mediaset sul terzo gradino del podio delle più viste. Scarso invece il risultato per l'altro reality della serata; La sposa perfetta su Rai Due convince solamente 2,4 milioni di persone (share 11,1%). Rai Tre ottiene un risultato migliore con la fiction La squadra seguita da 2,8 milioni di spettatori.Nel tardo pomeriggio è andata in onda sui canali satellitari la partita che poteva concludere il campionato Inter – Roma, sono 749 mila gli spettatori della tv a pagamento che hanno seguito l'incontro, producendo una quota d'ascolto del 7,3% sul totale tv, mentre considerando lo share on sat (prendendo in considerazione solo gli abbonati al satellite) la cifra sale al 40,8 per cento.La trasmissione più seguita nell'itera giornata di ieri è stata Strisica la notizia con 7,5 milioni di telespettatori seguita dal Tg1 della sera con sette milioni e Affari Tuoi che fa fermare le lancette dell'audience sui 6,9 milioni.

Cannes, fuori concorso il film di Abel Ferrara targato Italia


Roma, 19 apr . (Ign) - Batte bandiera italiana l'ultimo film di Abel Ferrara che sarà presentato fuori concorso al prossimo Festival di Cannes, nella sezione Midnight.'Go Go Tales' è infatti prodotto dalla Bellatrix Media di Massimo Gatti (che ha portato in Italia la trilogia di Kielowski, Film Blu, Film Rosso e Film Bianco) e la De Nigris Productions, in coproduzione con lamericana Go Go Tales Inc. Nel cast, oltre ad attori del calibro di Willem Dafoe e Bob Hoskins, troviamo anche l'attore italiano del momento Riccardo Scamarcio. E il trio di 'ballerine' formato da Asia Argento, Stefania Rocca e, per la prima volta sullo schermo, la modella Bianca Balti. Girato interamente negli studi di Cinecittà, dove è stata ricostruita New York, il film è il racconto di una fatidica serata al club 'Paradise', fabbrica di sogni per giovani ballerine.L'impresario Ray (Willem Dafoe) e il suo complice in affari Jay (Bob Hoskins ) stanno cercando di far fronte allimminente sfratto da parte della proprietaria quando Johnny (Matthew Modine ) comunica a Ray che non ha più intenzione di dargli il denaro per tenere aperto il club. La situazione si è fatta talmente pesante che perfino le ballerine minacciano lo striptease-strike e, a rendere le cose ancora peggiori, Ray ha perso il biglietto vincente della lotteria!